Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento

La legge 30 dicembre 2018 n. 145 apporta modifiche alla disciplina dei percorsi di alternanza scuola lavoro, ridenominati “Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento” e sono attuati per una durata complessiva:

  • non inferiore a 210 ore nel triennio terminale del percorso di studi degli istituti professionali
  • non inferiore a 150 ore nel secondo biennio e nell’ultimo anno del percorso di studi degli istituti tecnici
  • non inferiore a 90 ore nel secondo biennio e nel quinto anno dei licei.

Il nucleo fondamentale di questo modello di apprendimento è rimasto lo stesso: dare la possibilità agli studenti di rendere completo il percorso di studi vivendo una fase di formazione presso un’impresa o un ente territoriale.

Il cambio di denominazione, però, porta con sé importanti modifiche dal punto di vista concettuale, e di conseguenza anche nelle modalità di svolgimento. Si riduce il numero minimo di ore, ma soprattutto cambiano le finalità del programma.

Si passa infatti da un’impostazione finalizzata a integrare l’apprendimento in aula con l’esperienza lavorativa e l’avvicinamento al mondo del lavoro, a un nuovo approccio basato su quelle competenze trasversali che permettono allo studente di raggiungere una maggiore consapevolezza sulle scelte inerenti il suo sviluppo personale.

Per consentire alle scuole di progettare al meglio i PCTO, il Miur ha rilasciato recentemente delle linee guida dedicate.

Lo scopo principale dei Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PTCO) è far acquisire allo studente le competenze funzionali al percorso di studi intrapreso e le competenze trasversali indirizzate all’orientamento nel mondo del lavoro o al proseguimento degli studi superiori. Questo vuol dire includere:

  • la dimensione curriculare
  • la dimensione esperienziale
  • la dimensione orientativa.

A partire da questa fondamentale premessa, i PTCO possono svilupparsi con forme organizzative differenti, non solamente in base all’indirizzo di studi o alla specificità territoriale della scuola, ma anche a seconda delle esigenze personali di ciascun studente.

La personalizzazione del percorso è un aspetto essenziale perché permette allo studente di prendere consapevolezza e di auto-orientarsi nella definizione del suo progetto di crescita personale. Per questo è possibile sviluppare tipologie di PTCO diverse all’interno di uno stesso gruppo classe.

Inoltre, bisogna considerare che è prevista anche la possibilità di realizzare il percorso all’estero, sempre in funzione di un’attività che sia il più coerente e funzionale possibile allo specifico percorso dell’alunno.

Proprio per questo, il programma presenta molteplici opzioni rispetto all’ente con cui la scuola può collaborare. Oltre agli enti pubblici e privati, prendono infatti sempre più importanza le realtà del terzo settore e quelle imprenditoriali.

La progettazione del PTCO deve quindi assumere la flessibilità come criterio organizzativo fondamentale, all’interno però di un quadro normativo ben definito.

L’istituzione scolastica, per esempio, può scegliere in autonomia la durata del percorso, ma deve anche rispettare il vincolo del monte ore minimo da svolgere nell’ultimo triennio.
Per la buona riuscita di un PTCO è fondamentale il ruolo dei Dipartimenti disciplinari, che hanno il compito di garantire la coerenza con il Piano triennale di offerta formativa.

Sono però i Consigli di classe che progettano (da soli o in collaborazione con l’ente esterno) il percorso, gestiscono le attività ed effettuano la valutazione finale. Infatti, prima il Consiglio di classe seleziona la competenze per il gruppo classe, successivamente ogni singolo docente deve individuare (tra queste competenze selezionate) quelle specifiche che reputa funzionali al proprio insegnamento.

L’accurata selezione delle competenze da sviluppare è di fondamentale importanza. Deve consentire l’auto-orientamento dello studente, coinvolgendolo già nella progettazione delle attività e stimolando una sua riflessione e partecipazione attiva. Allo stesso modo, la comunicazione con le famiglie, la documentazione di tutte le tappe del percorso e la condivisione dei risultati dell’esperienza sono determinanti per l’esito del PTCO.

Infine è fondamentale che nel caso in cui il progetto si svolga in collaborazione con un ente terzo, l’istituzione scolastica si muova nell’ottica della co-progettazione, coinvolgendo i soggetti esterni nella definizione degli obiettivi e delle modalità educative.

Il coordinamento tra le parti coinvolte spetta alla figura del tutor, che viene designato dall’istituzione scolastica per svolgere alcune funzioni fondamentali per la realizzazione del percorso.

Oltre al coordinamento tra istituzione scolastica, enti terzi coinvolti e famiglia, il tutor monitora costantemente lo sviluppo delle attività, assiste lo studente, informa l’istituzione scolastica su eventuali criticità. È una figura cruciale perché svolge un ruolo gestionale e di supporto, che favorisce la creazione del giusto contesto per il raggiungimento dei traguardi prefissati.

A questa figura di tutor interno, nel caso in cui il PTCO lo preveda, può affiancarsi un tutor esterno selezionato dalla struttura ospitante. Questa persona è il punto di riferimento per lo studente all’interno dell’azienda o dell’ente in cui svolge l’attività formativa, ma fa anche da raccordo tra questa e l’istituzione scolastica. È chiamato quindi a rapportarsi costantemente con il tutor interno. Proprio l’interazione tra le due figure tutoriali, che devono essere selezionate sulla base delle adeguate competenze in ambito formativo, è infatti un fattore decisivo ai fini della riuscita del percorso.

La valutazione del PTCO deve svolgere funzioni di accertamento del processo e del risultato finale. Non si valutano quindi solamente gli obiettivi raggiunti, ma attraverso l’osservazione strutturata di tutto il processo si dà importanza all’acquisizione delle competenze trasversali, attribuendo così valore anche agli aspetti caratteriali e motivazionali. Gli strumenti più utilizzati per l’osservazione partecipata fino ad oggi sono le rubriche, i diari, il portfolio digitale e le schede di osservazione.

I risultati finali, invece, sono valutati in diverse fasi, che vanno dall’identificazione degli obiettivi fino alla verifica dei contenuti appresi lungo il percorso.

Ovviamente, l’osservazione di tutto il processo (svolta dai tutor) influisce sulla valutazione dei risultati finali, che però viene fatta dai docenti del Consiglio di classe e influisce sul comportamento e sul voto finale.

Infine, bisogna sottolineare che le attività relativa al PTCO vanno inserite all’interno del curriculum dello studente, il documento che si allega al diploma finale per certificare le competenze acquisite dall’alunno lungo il percorso di studio.